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al testo di Marco Galvagni
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Ascolto le note musicali della tua voce venuta dalla terra per salire al cielo, spio i tuoi occhi d’onice: ecco la tenerezza di sguardo di seta, la tua bocca, parola senza eco. Avverto salire a tentoni il muschio della tua pena.
E’ la guerra oscura del cuore la lama spezzata di angosce commosse l’ebbrezza dei desideri. E’ questo la mia vita: l’acqua che le tue iridi nere mi recano, il concerto di voce dei tuoi sottili pensieri.
Ah, coppa, ruscello, mia agile futura compagna. Scorgo le coppe nella danza gialla delle foglie. Ti giunge ululando il vento nell’ora del sangue fermentato quando la terra palpitando vibra sotto il pallore del sole che la riga con code d’ombra.
Eccola, la tua forma familiare, ciò che m’inonda che mi empie l’anima in abbandono, la tenerezza che s’avvolge alle mie radici: matura in una carovana di frutta uscendo dal tuo cuore come il vino dal centro dell’uva.
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